Gavioli (Comir) ha ceduto le quote private, ora ci sono Comune e MoTe. Il sindaco: “Torna ad essere al servizio dei cittadini”
TERAMO – Con la firma del passaggio delle quote dalla società privata Comir Srl al Comune di Teramo, la Teramo Ambiente diventa da oggi interamente a capitale pubblico (assieme alla quota minoritaria del MoTe). Si chiude così l’operazione avviata oltre un anno fa dal sindaco di Teramo, Gianguido D’Alberto, dopo che Stefano Gavioli, cui fa riferimento la Comir così come lo faceva il precedente socio del Comune, la Enertech poi fallita, che dovrebbe portare, nei programmi dell’amministrazione comunale, ad un rilancio anche in termini organizzativi della società dell’igiene e dell’ambiente.
“Una giornata straordinaria per la storia della nostra città – ha commentato il sindaco Gianguido D’Alberto dopo la trasformazione in house della TeAm -. Si giunge così, al termine del percorso tecnico e giuridico intrapreso dall’amministrazione comunale per garantire non solo la trasformazione della società che gestisce il servizio di raccolta dei rifiuti urbani in società in house, a 25 anni dalla sua nascita, ma soprattutto per disegnare una nuova visione strategica, operativa ed economica, ottimizzandone i costi e migliorando la qualità dei servizi“.
“Si pongono ora le basi per assicurare una continuità aziendale e patrimoniale, anche al fine della salvaguardia dell’occupazione – ha aggiunto il primo cittadino – . I principi che hanno guidato il Sindaco nella decisione fanno riferimento alla prospettiva di ridurre i costi generali di gestione mediante l’ottimizzazione e la razionalizzazione delle attività del personale, la eliminazione delle esternalizzazioni dei servizi; l’aumento della raccolta differenziata; l’ottimizzazione delle attività; la riduzione delle tariffe.
La prospettiva di una società pubblica in house garantisce inoltre, il controllo diretto della stessa, rispettando i principi di efficienza ed efficacia del servizio e la soddisfazione dell’interesse pubblico“.
“La Team, con la nostra amministrazione – ha concluso D’Alberto – è tornata ad essere una società a servizio dei cittadini e non della politica e in questa direzione proseguirà il suo cammino di prospettiva, nell’interesse della comunità“. Una chiosa, questa, che potremo verificare già nel momento in cui si affronterà il nodo della governance, tra nomine del presidente (o conferma dell’attuale, l’avvocato Luca Ranalli), dell’amministratore unico o del Cda. Qualcuno, nella politica locale, già scalpita secondo un immortale distorto senso del significato di ‘res publica’.